mercoledì 10 ottobre 2012

Epistulae morales ad Lucilium

Divise in 20 libri per un totale di 124 componimenti, queste epistole sono considerate il capolavoro morale di Seneca. Redatte per la maggior parte dopo la delusione con Nerone e il ritiro dalla vita pubblica forse dovevano
davvero essere spedite, ma sicuramente furono soggette a revisione in vista della pubblicazione. Il destinatario, Lucilio, diventa simbolo dell'umanità a cui il filosofo cerca di trasmettere praecepta di comportamento. I temi più ricorrenti sono quelli tipici delle altre opere di Seneca che vengono qui ripresi ed approfonditi. La ricerca della forza interiore per affrontare le avversità della vita, la sua fugacità, l'illusorietà dei beni terreni e le riflessioni sul tempo sono i cardini attorno i quali gira l'opera. Un ruolo di primo piano è offerto alla centralità che deve essere attribuita all'anima nella vita dell'uomo. Ciò significa concedere al corpo il necessario per mantenersi in vita rifuggendo dai piaceri di una vita di agi e vizi. Per Seneca l'anima è l'unica cosa che ci differenzia dagli animali o dalle piante. Altro tema importante è quello della ratio che viene individuato come unico metodo che l'uomo può utilizzare per diventare simile a Dio.
Tanto spazio è dedicato, inoltre, al tema dell'uguaglianza tra gli uomini. Si è spesso creduto che trattando di questi argomenti Seneca fosse stato influenzato da idee cristiane, ma oggi i critici ritengono che la sua visione fosse semplicemente stoica e per questo in linea con i dettami del cristianesimo. Il filosofo ritiene che il fatto che tutti gli uomini siano dotati di un'anima li pone sullo stesso piano di fronte a Dio. Esplicativa è la situazione degli schiavi che vivono in condizioni di inferiorità rispetto ai padroni sollo per la situazione politica. Celebre la massima di Seneca "Servi sunt, immo hominis" (Sono schiavi, ma soprattutto uomini).

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