sabato 6 ottobre 2012
Fichte
Fichte nacque in Germania da una famiglia poverissima e studiò teologia a Jena lottando contro la miseria. Nel 1690 entrò per la prima volta in contatto con la filosofia di Kant che è alla base della sua formazione filosofica. Nel 1794 divenne professore a Jena e a questo periodo appartengono le sue opere più importanti ("Dottrina della scienza", "Dottrina morale", "Dottrina del diritto").
Nella "Dottrina della scienza" Fichte individua tre princìpi.
Il primo principio della scienza fichtiana è quello dell'"io pone se stesso".Quindi l'io che dà fondamento a tutta la realtà. Con IO si intende l'io puro e non quello empirico; Il verbo porre significa dare significato ontologico e logico( significato di "essere" a se stesso).
Il secondo principio: " L'io pone il non io". Il non io è l'altro da se rispetto all'io; quindi tutto quello che non è il soggetto: l'oggetto.
Il secondo principio può essere espresso anche così: "L'io oppone a sé, in sé un non io". Significa che pone come opposto all'interno di se stesso un non io. Quindi l'io all'interno di sé pone l'opposizione tra sé e il mondo esterno.
La dialettica soggetto-oggetto ricade all'interno del soggetto stesso.
Terzo principio:"L'io oppone sempre a sé e in sé un io divisibile ad un non io divisibile". L'io puro all'interno di se stesso oppone l'io puro e quello empirico(singolo individuo). Il non io divisibile è l'oggetto empirico, i dati del mondo naturale e i singoli soggetti.( Per ogni soggetto gli altri soggetti sono un non io).
Considerando gli altri uomini come cose si potrebbe avere un comportamento etico non corretto nei loro confronti. Fichte, nella "Dottrina morale", si rifà ad una delle formule dell'imperativo categorico di Kant che diceva che gli uomini non devono mai considerare gli altri uomini come mezzo, ma come fine delle loro azioni. Per Fichte ci sono alcuni uomini dotti, più sensibili, che riescono a vedere gli altri esseri umani come uomini e quindi fungono da esempio. Hanno capito che anche gli altri sono soggetti e non oggetti. Il loro compito è quello di condurre anche gli altri alla saggezza e non possono sottrarsi a questo compito. Fichte a tale proposito scrisse"La visione del dotto", che avrà successo dopo la pubblicazione dei "Discorsi alla nazione Tedesca" in cui Fichtefa un paragone tra la superiorità della nazione tedesca e la superiorità del dotto. Anche la nazione tedesca ha una missione civilizzatrice nei confronti delle altre nazioni. (Quando nel 900 circolano questi discorsi il nazionalismo tedesco cerca giustificazioni al suo modo di essere travisando gli scritti fichtiani).
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