martedì 13 novembre 2012

Satyricon di Petronio


Satyricon di Petronio          
L' unica opera che ci è pervenuta di Petronio.
La parola “σατυρικῶν” deriva dal greco e significa “ libro di satire “. È una satira Menippea, di contenuto osceno. È considerato anche come il primo e l'ultimo romanzo di quest' epoca. Tuttavia è particolare. La storia principale è una storia d'amore omosessuale a tre. All'interno di questo racconto ci sono
delle digressioni macabre, storie di lupi mannari, streghe, anime risucchiate dai loro corpi.
Non ci è pervenuto per intero: solo la cena di Trimalchione ci è pervenuta interamente. La narrazione è in prima persona, Encopio, maledetto dal Dio Priapo. Con Encopio c'è Gitone.  L'ira divina da' vita ad una serie di peripezie, e la vicenda  di questi due amanti procede con ritmo incalzante e frenetico, tra separazioni forzate e lieti ricongiungimenti. Compare un terzo personaggio: Ascelto. I tre spesso sono coinvolti in disavventure boccaccesche sullo sfondo di una città greca (Pozzuoli o Pompei). Dopo un festino di Quartilla ( sacerdotessa del dio Priapo che faceva un rito espiatorio, anche se è più un pretesto per i capricci della donna), i tre si rifugiano a casa di Trimalchione, e si trovano coinvolti in un sontuoso banchetto. Trimalchione era un ex schiavo che si affranca dopo essere diventato ricco, diventando una personalità influente nell'Italia meridionale. Petronio mette in evidenza l'arroganza degli arricchiti e l'ostentazione dei beni. La cena è una grottesca successione di esibizioni di cattivo gusto dalle portate faraoniche fino alle rozze trovate che utilizza per sorprendere i suoi ospiti. La cena si sviluppa in 52 capitoli, in cui traccia un quadro degradato della società romana. Finita la cena compare sulla scena Eumorpo, vecchio poetastro, che diventa il nuovo compagno di Encopio , E Ascelto esce di scena. I tre si  imbarcano verso Crotone, e qui continuano a fare inganni.    
Trimalchione è il simbolo della volgarità, già dalle prime parole mostra la sua villania, porta un anello specifico per i cavalieri, mette in soggezione i suoi ospiti ostentando la sua ricchezza. Comincia il pranzo e non è soltanto una cena lussuosa", ma è una panoramica di tutti i ceti sociali. Il cibo e le bevande sono presentate in maniera particolare, con tutto un apparato scenografico volto ad esprimere la sua ricchezza. Dal soffitto escono dei doni per i convitati, nonché della frutta in un Priapo fatto di pane, e non appena si toccava la frutta c'erano spruzzi di zafferano. Nel corso della giornata Trimalchione fa anche dei discorsi seri. Il discorso sulla morte: sdrammatizza sulla morte raccontando ai convitati il suo monumento funebre, ostentando ricchezza. Una statua d'oro raffigurante lui e la sua cagnetta. C' era la rappresentazione di lotte di gladiatori, tutto intorno frutta di ogni qualità. Uno dei liberti doveva stare vicino al sepolcro per evitare che il popolino facesse i suoi bisogni li. Sulla tomba dovevano essere rappresentate delle navi e lo stesso Trimalchione doveva avere anelli d'oro e intento a prendere da un sacchetto quattrini d'oro da dare al popolo. Alla sua destra la statua della moglie con in mano una colomba e con l'altra portava il guinzaglio della cagnetta. Ci dovevano essere delle anfore chiuse dal gesso, e nel mezzo un orologio a sole, perché ognuno guardando l'ora legga il suo nome.  Petronio da una risposto al pensiero di Seneca sulla morte. Infatti Seneca pensava che una volta morti non conta la tomba o il luogo in cui si è sepolti. Durante la cena, a cui partecipavano anche un marmista e un impresario delle pompe funebri e vengono descritti i funerali pomposi. C' è un discorso sulla caducità dei mortali. Questa insistenza della tematica della morte di Trimalchione era anche dovuta alla mentalità dei liberti; infatti i liberti che partecipavano alla cena erano divenuti tali in seguito ad un testamento dell'ex padrone ( lo stesso Trimalchione era un liberto che si era arricchito anche grazie ad una ingente somma di denaro donatagli dal padrone dopo la morte. La continuità tra morte e vita si realizza nel testamento. A Roma era nota la figura del captator, cacciatore di testamenti, che troviamo anche a nel Satyricon a Crotone. Anche nel tono allego e festoso della cena ( forse a causa del vino), molti convitati si intristiscono e parlano di morte e filosofia. Vengono attaccati i filosofi, si attacca la dottrina stoica, il tutto in un latino sgrammaticato, tipico del sermo cotidiano. In modo particolare durante la cena si parla anche degli schiavi in analogia a Seneca. Poi quando cade un piatto ad uno schiavo, e lo stava per rialzare, Trimalchione lo riempie si pugni perché c'era un altro schiavo che doveva pulire per terra.
All'interno del romanzo, in particolare durante la cena, ci sono delle novelle che spezzano il racconto. Le novelle sono 4:
  • la prima è quella del licantropo: un invitato racconta la sua storia, vide un suo amico che si era trasformato in Lupo, e il giorno dopo lo va a trovare e gli racconta quello che è successo.
  • La seconda è di Trimalchione: le streghe strappano le viscere  e lasciavano i cadaveri impagliati ( infatti c' era l'abitudine di sorvegliare il corpo il primo giorno dopo la morte, per la paura delle streghe ). A Trimalchione quando era giovane è capitato di vedere con i suoi occhi un "morto impagliato".
  • La terza è la matrona di Efeso. Viene raccontata da Eumorpo che vuole consolare l'amico ferito da un ennesimo tradimento di Gitone. Egli dice di non tormentarsi tanto perché anche le donne sono portate a tradire. Porta quindi la novella della matrona di Efeso.
  • Eumorpo ci racconta la 4 novella riguardante una seduzione di un giovane.

Ci sono dei brani poetici all' interno del Satyricon:

  • Troiae alosis: caduta di Troia, in risposta al componimento di Nerone. Sono 65 versi che vengono inseriti nella cena.

  • Un altro brano poetico riguarda la guerra civile tra Cesare e Pompeo, risposta satirica alla Farsalia. Questo brano è preceduto dall'attacco di Eumorpo verso tutti       quelli che si improvvisano poeti.

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