Satyricon di Petronio
L' unica opera che ci è pervenuta di Petronio.
La parola “σατυρικῶν” deriva dal greco e significa “ libro di satire “. È una
satira Menippea, di contenuto osceno. È considerato anche come il primo e l'ultimo
romanzo di quest' epoca. Tuttavia è particolare. La storia principale è una storia d'amore
omosessuale a tre. All'interno di questo racconto ci sono
delle digressioni macabre, storie di lupi mannari, streghe, anime risucchiate dai loro corpi.
delle digressioni macabre, storie di lupi mannari, streghe, anime risucchiate dai loro corpi.
Non ci è pervenuto per intero: solo la cena di Trimalchione ci è pervenuta
interamente. La narrazione è in prima persona, Encopio, maledetto dal Dio Priapo. Con
Encopio c'è Gitone. L'ira divina da' vita ad
una serie di peripezie, e la vicenda di
questi due amanti procede con ritmo incalzante e frenetico, tra separazioni
forzate e lieti ricongiungimenti. Compare un terzo personaggio: Ascelto. I tre
spesso sono coinvolti in disavventure boccaccesche sullo sfondo di una città
greca (Pozzuoli o Pompei). Dopo un festino di Quartilla ( sacerdotessa del dio Priapo
che faceva un rito espiatorio, anche se è più un pretesto per i capricci
della donna), i tre si rifugiano a casa di Trimalchione, e si trovano coinvolti
in un sontuoso banchetto. Trimalchione era un ex schiavo che si affranca dopo
essere diventato ricco, diventando una personalità influente nell'Italia
meridionale. Petronio mette in evidenza l'arroganza degli arricchiti e
l'ostentazione dei beni. La cena è una grottesca successione di esibizioni di cattivo gusto
dalle portate faraoniche fino alle rozze trovate che utilizza per sorprendere i
suoi ospiti. La cena si sviluppa in 52 capitoli, in cui traccia un quadro
degradato della società romana. Finita la cena compare sulla scena Eumorpo,
vecchio poetastro, che diventa il nuovo compagno di Encopio , E Ascelto esce di
scena. I tre si imbarcano verso Crotone,
e qui continuano a fare inganni.
Trimalchione è il simbolo della volgarità, già
dalle prime parole mostra la sua villania, porta un anello specifico per i
cavalieri, mette in soggezione i suoi ospiti ostentando la sua ricchezza.
Comincia il pranzo e non è soltanto una cena lussuosa", ma è una panoramica
di tutti i ceti sociali. Il cibo e le bevande sono presentate in maniera
particolare, con tutto un apparato scenografico volto ad esprimere la sua
ricchezza. Dal soffitto escono dei doni per i convitati, nonché della frutta in
un Priapo fatto di pane, e non appena si toccava la frutta c'erano spruzzi di
zafferano. Nel corso della giornata Trimalchione fa anche dei discorsi seri. Il
discorso sulla morte: sdrammatizza sulla morte raccontando ai convitati il suo
monumento funebre, ostentando ricchezza. Una statua d'oro raffigurante lui e la
sua cagnetta. C' era la rappresentazione di lotte di gladiatori, tutto intorno
frutta di ogni qualità. Uno dei liberti doveva stare vicino al sepolcro per
evitare che il popolino facesse i suoi bisogni li. Sulla tomba dovevano essere
rappresentate delle navi e lo stesso Trimalchione doveva avere anelli d'oro e
intento a prendere da un sacchetto quattrini d'oro da dare al popolo. Alla sua
destra la statua della moglie con in mano una colomba e con l'altra portava il
guinzaglio della cagnetta. Ci dovevano essere delle anfore chiuse dal gesso, e
nel mezzo un orologio a sole, perché ognuno guardando l'ora legga il suo
nome. Petronio da una risposto al
pensiero di Seneca sulla morte. Infatti Seneca pensava che una volta morti non
conta la tomba o il luogo in cui si è sepolti. Durante la cena, a cui partecipavano anche un
marmista e un impresario delle pompe funebri e vengono descritti i funerali
pomposi. C' è un discorso sulla caducità dei mortali. Questa insistenza della tematica
della morte di Trimalchione era anche dovuta alla mentalità dei liberti;
infatti i liberti che partecipavano alla cena erano divenuti tali in seguito ad
un testamento dell'ex padrone ( lo stesso Trimalchione era un liberto che si
era arricchito anche grazie ad una ingente somma di denaro donatagli dal
padrone dopo la morte. La continuità tra morte e vita si realizza nel testamento.
A Roma era nota la figura del captator, cacciatore di testamenti, che troviamo
anche a nel Satyricon a Crotone. Anche nel tono allego e festoso della cena (
forse a causa del vino), molti convitati si intristiscono e parlano di morte e
filosofia. Vengono attaccati i filosofi, si attacca la dottrina stoica, il
tutto in un latino sgrammaticato, tipico del sermo cotidiano. In modo
particolare durante la cena si parla anche degli schiavi in analogia a Seneca.
Poi quando cade un piatto ad uno schiavo, e lo stava per rialzare, Trimalchione
lo riempie si pugni perché c'era un altro schiavo che doveva pulire per terra.
All'interno del romanzo, in particolare durante la
cena, ci sono delle novelle che spezzano il racconto. Le novelle sono 4:
- la prima è quella del
licantropo: un invitato racconta la sua storia, vide un suo amico che si
era trasformato in Lupo, e il giorno dopo lo va a trovare e gli racconta
quello che è successo.
- La seconda è di
Trimalchione: le streghe strappano le viscere e lasciavano i cadaveri impagliati (
infatti c' era l'abitudine di sorvegliare il corpo il primo giorno dopo la
morte, per la paura delle streghe ). A Trimalchione quando era giovane è capitato
di vedere con i suoi occhi un "morto impagliato".
- La terza è la
matrona di Efeso. Viene raccontata da Eumorpo che vuole consolare l'amico
ferito da un ennesimo tradimento di Gitone. Egli dice di non tormentarsi
tanto perché anche le donne sono portate a tradire. Porta quindi la
novella della matrona di Efeso.
- Eumorpo ci racconta la 4 novella
riguardante una seduzione di un giovane.
Ci sono dei brani poetici all' interno del
Satyricon:
- Troiae alosis: caduta di
Troia, in risposta al componimento di Nerone. Sono 65 versi che vengono
inseriti nella cena.
- Un altro brano poetico
riguarda la guerra civile tra Cesare e Pompeo, risposta satirica alla
Farsalia. Questo brano è preceduto dall'attacco di Eumorpo verso
tutti quelli che si
improvvisano poeti.
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